Anselm di Wim Wenders
di Alessandro Cappabianca.
Le prestazioni artistiche di Anselm assumono strane forme. Tra quattro pareti prese in affitto in Germania in Francia, in Italia, l’artista non solo dipinge ciò che gli piace, ma si diverte spesso a dare fuoco ad alcune parti, in collaborazione con i suoi aiutanti.
Ha conosciuto Heidegger cercando invano di strappargli una confessione o un rimpianto sui suoi trascorsi nazisti.
Si tratta forse di un artista con simpatie neo-naziste?
Anselm Kiefer in realtà è uno dei pochi a porsi la domanda su cosa avrebbe fatto se si fosse trovato a vivere e lavorare al tempo del nazismo. Se lo chiede lui, così come se lo chiede Wim Wenders. C’è una specie di maledizione tedesca che espone agli equivoci. Oltre ad Heidegger, le sue frequentazioni riguardano perfino Ingeborg Bachmann e altri numerosi artisti non solo tedeschi.
In Italia alcuni critici, specialmente alla Biennale di Venezia, hanno espresso riserve di fronte alle sue creazioni di donne in genere prive di testa. Al posto della testa, strane forme geometriche. In questo, Wim Wenders e Anselm sembrano fratelli.