Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki
Il Ghibli non cessa di soffiare.
di Alessandro Cappabianca
La guerra infuria. Sotto i bombardamenti si muore bruciati vivi. Rimasto orfano, il giovane Mahito Maki non si rassegna, pensa che avrebbe potuto salvare sua madre se avesse fatto più presto.
Una storia di fantasmi? Alla ricerca della madre, il giovane si imbatte in azioni illusorie, dove la madre è liquida. Bisogna allora fuggire, prima d’essere investiti dal fluido mortale.
Il ragazzo non si rassegna, ripetiamo. Per lui, lo studio Ghibli, che aveva chiuso si riapre.
Ricomincia un lavoro massacrante. Tutto fatto a mano. Nonostante ciò il successo è incredibile.
Il ragazzo si trova preso tra due fuochi; suo padre si risposa con la sorella di sua madre. Sua zia prende il posto di sua madre, sua madre quello di sua zia.
La falsa cortesia dell’albatros mira a far sì che il ragazzo perda l’occasione di ereditare i poteri del custode, ormai stanco del suo servizio. I suoi giocattoli si muovono, diventano piume colorate.
Il ragazzo li soffia via. Perfino i bambini non ancora nati come bolle di sapone colorate.