Un saluto a Citto Maselli
Per salutare il regista Citto Maselli, recentemente scomparso, ripubblichiamo un breve scritto di Edoardo Bruno su Storia d’amore, uno tra i film più intensi del regista.
“Anche Francesco Maselli con Storia d’amore si muove tra melodramma e teatro, in una ribalta di finzione dove il vero viene preso a modello, per la costruzione di un ipotetico immaginario. Maselli ricerca la verità, mutuando dalla realtà data – le borgate – una realtà fittizia che privilegia il come dovrebbe al come è, in un universo irreale. E su questi parametri costruisce una favola, affabulando sogni, desideri, lacerazioni e amarezze. Protagonista è Bruna (Valeria Golino) infaticabile ordinatrice di un mondo che le scappa continuamente di mano, forte e volitiva creatura di un luogo inventato che ricorda lo scenario della Roma teatrale di Mamma Roma.
Quell’insegna luminosa della latteria che si accende improvvisa conferma la scelta stilistica, e trasferisce l’immagine e l’oggetto nel grande slargo della finzione. Maselli sembra così entrare nell’universo stilizzato di Querelle di Fassbinder con quell’archetipo greco che è il personaggio di Mario e il bianco incantato delle pareti. La jouissance dell’amore a tre costruisce risvolti metaforici, avvolge di una luce intensa i personaggi che scoprono un “paesaggio” letterario, con una semplicità tutta naive. Sotto questo profilo la costituzione metalinguistica di Maselli prefigura la dimensione utopica. La morte arriva per attrazione, in bilico tra l’immaginazione e il reale. Bruna distesa sul muro della terrazza accoglie l’angelo della morte, quasi con sensualità, l’oscillazione del corpo prelude ad uno stato di beance, di soddisfazione/insoddisfazione e il precipitare nel vuoto coglie l’attimo inarrestabile; la morte è l’assenza, il coraggio di uscire, quando tutto è compiuto.
E. Bruno “La memoria, il teatro, il verosimile. “ in Filmcritica n° 367, settembre 1986, p. 372.