Il treno di John Frankenheimer
di Alessandro Cappabianca.
Paul Labiche (Burt Lancaster), uno dei maggiori esponenti della resistenza francese, durante la sua vita non ha mai visto uno dei preziosi quadri che, la curatrice del museo a Parigi vorrebbe fossero salvati. Labiche, da questo punto di vista, è scettico: gli sembra che ci siano da fare cose più importanti, ma a poco a poco si appassiona al suo compito, e cerca di far di tutto perché non vengano portati in Germania i quadri requisiti dal gerarca nazista.
Il colonnello von Waldheim (Paul Scofield) è uno strano tipo di nazista, appassionato d’arte, deciso a portare in Germania i titoli più interessanti dell’Avanguardia francese. A tale scopo, non esita a mentire ai suoi superiori, facendo credere loro che il carico delle opere d’arte è già partito, con precedenza sui carichi di armi. Per il colonnello, i titoli sono preziosi, sia perché egli stesso ama questo tipo di arte, sia perché esso può diventare una maniera di ricatto nei confronti dell’amministrazione francese.
La posizione del colonnello nazista è quindi molto ambigua. Labiche fa di tutto per bloccarne le intenzioni, in ciò coadiuvato dalla resistenza, cui ora i ferrovieri sembrano votati. Ogni mezzo è buono.
La guerra in realtà sta per finire. Il treno è attaccato dagli aerei alleati, finché Labiche non riesce a metterlo in salvo dagli attacchi di coloro che ormai stanno vincendo la guerra.
Dunque c’è chi ama l’arte in maniera tale da rischiare anche la vita per la sua salvaguardia. Labiche, a tale proposito, arriva a farsi ospitare dagli stessi nazisti in un albergo gestito da Christine (Jeanne Moreau), che non esita a chiedere ai nazisti il conto del soggiorno di Labiche.
Occorre fingere, per Labiche, di non essersi mai mosso dall’albergo, dove un inviato del colonnello ne attesta la continua presenza.
Tra Labiche e il nazista si verifica pertanto una strana osmosi. I ferrovieri mettono a repentaglio la loro vita, senza aspettare la fine delle ostilità, ormai vicina. Gli amici di Labiche perdono successivamente la vita, mentre il colonnello sembra addirittura impazzito.
Il treno finge di dirigersi verso la Germania. Si tratta di far passare una stazione per un’altra, subito dopo il suo passaggio. Labiche si ripromette ora di andare a vedere i titoli così salvati, cui non aveva prestato in precedenza alcuna attenzione.
Sono i titoli in sé più che i quadri, ad essere importanti, come impazzito, il colonnello si lascia uccidere, reclamando la proprietà di ciò che in nessun modo gli appartiene.