Ricordando Pier Paolo Pasolini
A cinquant’anni dalla morte violenta e ancora irrisolta di Pier Paolo Pasolini, vogliamo ricordare qui la libertà e il coraggio del suo pensiero, nutrito di passioni, conflitti e contraddizioni, mai allineato al potere, e per questo molto spesso isolato. Pasolini è stato un poeta, un cineasta, uno scrittore che ha messo interamente in gioco e a nudo la sua vita, accettando di pagarne il prezzo. Questa resta la sua lezione più difficile da seguire, la porta stretta del suo lascito. Oggi soprattutto a mancare di Pier Paolo Pasolini è la profondità del suo sguardo, la sua capacità di osservare la società verticalmente e di prevederne le mutazioni radicali nell’orizzonte violento di un capitalismo disumanizzante e normalizzante di cui oggi vediamo con piena evidenza tutti i segni.
Ripubblichiamo qui di seguito un testo inedito di Pier Paolo Pasolini, “Lo “sguardo” di Roberto Rossellini”, apparso in Filmcritica n 274/275, aprile-maggio 1977, e prelevato da quello stesso numero, il testo “Pasolini e il cinema (o della corporeità)”, di Gianni Borgna, amico prezioso di Filmcritica e profondo conoscitore dell’opera di Pasolini, al quale avrebbe dedicato nel 2013 il documentario Profezia. L’Africa di Pasolini.
Lo ‘sguardo’ di R.R. (Pier Paolo Pasolini, Filmcritica 274/275, aprile-maggio 1977)
Pasolini e il cinema (o della corporeità) (Gianni Borgna, Filmcritica 274/275, aprile-maggio 1977)
