Venezia 80: El Conde di Pablo Larraín
Il vampiro smemorato.
di Alessandro Cappabianca
Il nemico sul fronte dei vampiri sta nella gravità, nell’inesorabile forza attrattiva che li attira a terra, impacciando la libertà dei loro voli.
Ma se l’atterraggio deve essere sempre morbido, come fatto con scarpe fatate, il buon gusto del vampiro si misura sul tipo di sangue che preferisce. Per il vampiro Pinochet, traditore di Allende, il più delizioso, perché più dolce, è il sangue inglese, che ha imparato a succhiare uccidendo prostitute durante la rivoluzione francese, leccando il sangue rappreso rimasto sulla lama della ghigliottina. Il sangue dei poveri, dei repubblicani, dei rivoluzionari, invece è acido, ha un cattivo sapore, un sapore, se così può dirsi, di classe destinata al massacro.
Pinochet è un vampiro stanco, smemorato, non ricorda più bene, o finge di non ricordare, dove e come ha investito i suoi soldi. E’ scosso dall’irriconoscenza dei suoi connazionali, che ritiene di aver salvato dal bolscevismo. Vorrebbe riuscire a morire sul serio, e sospetta che sua moglie Lucia glielo impedisca, mescolando sangue fresco ai cibi che gli serve il maggiordomo Fedor, assassino a sangue freddo, fedele fino alla morte e oltre la morte, da lui vampirizzato a suo tempo.
Fedor ha un rapporto con la padrona. August lo sa, anche se finge di non saperlo. Padrone dei sotterranei, è lui ad aver accesso ai documenti segreti, o a quel che rimane di essi. E’ lui che lo presenta a Margareth Thatcher, e la Thatcher non manca di ringraziarlo per l’aiuto fornito all’Inghilterra durante la guerra delle Falkland contro l’Argentina.
Nella casa del vampiro arrivano i cinque figli. Tutti dichiarano il loro amore per il padre. Anche Lucia, nonostante il legame con Fedor. Tutti, comunque, convengono sulla necessità di ingaggiare una contabile in gamba, in grado di mettere un po’ d’ordine tra le carte del padre. Guarda caso, la scelta cade su una suora, suor Carmen, detta Carmencita, grande ammiratrice delle imprese di August.
August a volte arranca faticosamente col suo deambulatore metallico, a volte vola nella notte. Estrae il cuore delle sue vittime, in genere belle ragazze, ma prima di estrarre il cuore ha cura di sgozzarle. Taglia loro le corde vocali, in modo che la vittima non abbia neppure la possibilità di urlare.
Ma El Conde è anche, per me, una storia di gelosia. Fedor non può permettere che nasca tra August e Carmencita qualcosa di simile all’amore. Morde Carmencita, fa un vampiro anche di lei. La vediamo, nel finale, sorvolare i tetti delle case.
In Cile, ma non solo in Cile, volano ancora i vampiri.