Venezia 79: Padre Pio di Abel Ferrara
Abel, il pastore della meraviglia
di Edo Mariani
“Che tu possa avere il coraggio di fare quello che senti.”
Un uomo risale una stradina scoscesa in sella a un asino. La sua lenta marcia si dissolve con l’immagine ultra-digitale di un cielo solcato da nuvole dilatate che si disperdono nelle nuances di blu e di grigi, distinguibili nei pixel di una panoramica in video, sicuramente proveniente dalle mani (e dallo smartphone) dello stesso regista. Di nuovo un personaggio oscuro si mescola nei colori del mondo in un film di Ferrara, ricerca mistica e magica che ci trascina nelle profondità peccaminose e luciferine della lotta tra il male e il bene nell’interiorità di Padre Pio, all’anagrafe Francesco Forgione da Pietralcina.
Siamo nel 1920, il giovane Padre Pio viene trasferito nel convento dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo. Un sole umido lo accoglie e ne accompagna la lenta immersione nella poca luce che filtra dall’alto dei cieli.
In concomitanza all’arrivo di Padre Pio, bagnati dalla stessa luce fioca, sono i soldati addolorati e feriti che rientrano nella piazza del paese. “W L’ITALIA. W L’ITALIA”. Si sente strillare da alcuni giovani dall’oscuro corteo. Qui forse si potrebbe tirare una prima linea, accennando alla compresenza nel film della lingua inglese, che è la lingua della narrazione e dei dialoghi, e della lingua italiana che appare nei nomi dei personaggi, dei luoghi e degli slogan (e quindi sorta di testimonianza storica). Il cast del film è quasi esclusivamente composto da attori italiani, che nonostante il notevole lavoro sull’accento, non possono fare a meno di rimarcare la lontananza della lingua anglosassone dalle nostre radici latine.
Padre Pio è un film costruito proprio sulla base di una bilateralità politica e spirituale: da un lato la voglia di redenzione, di allontanarsi dalle violenze di una cruenta e mutilante battaglia vinta, ma causa di una forte crescita della povertà in Italia e della svalorizzazione della Lira; dall’altro la voglia di continuare a fare la guerra, di riaprire le ferite aperte, di lasciarsi guidare da ideali nazionalisti ed estremisti. Queste due fazioni sono il contesto storico in cui si ritrova l’Italia in questi anni, periodo quindi di grande sofferenza globale, e in cui nell’operato di Padre Pio comincia il misterioso supplizio delle stimmate, ufficialmente già apparse nel dicembre 1918, e qui immagine di innalzamento al grado di messaggero divino (o di comprovato sintomo da delirio di onnipotenza).
Effettivamente, nessun cineasta aveva per il momento raccontato lo scenario difficile di questo capitolo della nostra storia, e il regista americano, ricercando le proprie origini, è riuscito a restituire il grigiore, la povertà e le difficoltà che il popolo italiano stava soffrendo in quegli anni dimenticati tra le due guerre. Ferrara si schiera dalla parte del popolo, mettendo i ricchi borghesi tra i fantasmi, sapientemente imbavagliati e impomatati dal sottofondo di “Midnight, the Stars and You” (che accompagnava anche l’inquietante piano sequenza finale di Shining).
Padre Pio in Padre Pio è un Cattivo tenente, è un Abel Ferrara in piena jam session in Sportin’Life, è un uomo disorientato come Tommaso, è un incuriosito-infelice-infinito come P.P.Pasolini. Questo nostro protagonista – interpretato e incarnato da un invasato ed elevato Shia LaBeouf, che veste i panni, i sandali e le crisi mistiche di un uomo all’apparenza normale – è in realtà un religioso completamente lacerato e soffocato interiormente da una rabbia inestinguibile, esaltato e al contempo disincantato dalle sue personali convinzioni e pratiche di uomo di fede.
“Mi sento immerso nell’oscurità, e sono arrabbiato, arrabbiato con Dio.”
La luce che trapassa le griglie delle finestre del convento è debole (come lo era quella del sole che lo traghetta all’inizio del film), e i confratelli di Padre Pio restano spesso avvolti dalle ombre dell’oscurità, quasi per dare più spazio al lato impenetrabile e sospetto degli esseri umani. Le candele (il fuoco primordiale, la luce analogica prima della luce elettronica, la notte) che proiettano sulle mura ingiallite della sua piccola stanza svuotata l’ombra di Padre Pio, sono la proiezione (proliferazione) delle sue paure e dei suoi demoni interiori. Come anche dice uno dei socialisti, “se una candela vi fa luce, non maledite la candela”, ma in certi casi non basta combattere contro le proprie paure poiché è proprio di quel fuoco che si alimentano le fiaccole degli oppressori, che incendiano i simboli (bandiera rossa, bandiera rossa) di coloro che lottano per un mondo più giusto e illuminato.
Quindi questo “desiderio di spiccare il volo da questo mondo”, come dice lo stesso Padre Pio nel film, è la tentazione di lasciarsi andare al male, ma è anche la stessa forza che spinge l’essere umano a tenere saldi i principi del bene, reimparando, giorno dopo giorno, a camminare in questa valle di perdizione e di violenza (il mondo di oggi sembra non essere tanto diverso da quello di cento anni fa). Ci vengono riportate due chiese: quella dei preti che benedicono le armi dei fascisti (come fu vero prima del fatto dell’eccidio avvenuto nel 1920 a San Giovanni Rotondo, con le armi di quelli che si facevano chiamare gli “Arditi di Cristo”, simile a ciò che accade oggi in Russia, Papa Francesco: “fa male al cuore vedere sacerdoti benedire le armi, strumenti di morte”), e dall’altro quella di una chiesa neutrale, attenta a tenersi alla giusta distanza e a combattere il male a suon di preghiere e di miracoli.
Cristo è comunista. Soffre insieme ai socialisti, martiri di una lotta politica ed etica. Dall’altro lato, i rappresentanti del male, dell’oscurità, del fascismo, demoni innalzatori della violenza e della separazione dei sentimenti dall’interiorità individuale, mostri sotto forma di esseri umani che attaccano, con le parole e con le armi. Il film riporta la lettura del Cristo come “un uomo attraverso la cui esperienza noi tutti dovremmo vivere”[1], dove l’essere umano è il protagonista al centro di tutte storie (come già in Mary, Bad Liutenant, Sportin’Life, Tommaso e forse a modo suo in quasi tutti i film di Ferrara) che vive e partecipa alle sofferenze del mondo, misurandosi quotidianamente in prove di vocazione e di attitudine all’equilibrio e alla stabilità. Nel film le prove (di fede) sono rappresentate da tre arpie, che si presentano con il corpo di esseri umani al cospetto di Padre Pio, e che lo portano allo sfinimento: lo mettono a nudo con se stesso, lo spingono ad infliggersi pene corporali e lo trafiggono esteriormente.
L’energia che sentiamo muoversi nelle nostre viscere entra nei nostri corpi come un proiettile, e il sangue che sgorga dai buchi è la sofferenza ed il dolore che abbiamo dovuto sopportare (in terra) per raggiungere l’immensità (la pace con se stessi, e con Dio?).
Abel Ferrara aveva cominciato nel 2015 le ricerche per un “film su mio nonno, una persona semplice, un contadino che andò negli Stati Uniti nel 1900 e che non ha mai parlato una parola di inglese”[2]. Già in Searching for Padre Pio, Ferrara esprimeva questa sua necessità di impegnarsi in un film spirituale, dove la figura di Padre Pio gli sembrava un soggetto su cui meditare, al quale avrebbe voluto assomigliare e conoscerne le energie interiori. In Padre Pio si racconta a un certo punto la metafora del telaio e del disegno, ovvero che quando si guarda una superficie bisogna sempre saper immaginare quale è il disegno nascosto dall’altro lato di quello dal quale stiamo guardando. In qualche modo, potremmo dire, Ferrara ci parla diretti al cuore, ci dichiara il suo amore per il mondo, ci chiede di essere testimoni del suo miracolo, di essere spettatori del suo film, e di credere nella sua benedizione, nascosta tra le dissolvenze e nella genuinità digitale dei suoi cieli.
Padre Pio è un assolo interiore di Abel Ferrara, che si/ci racconta attraverso la vita di un pazzo allucinato e poi santificato, e questo film è un’ascetica preghiera cinematografica per lo spettatore.
[1] Conferenza stampa al Festival di Berlino 1994 in occasione della presentazione di The Addiction, film candidato all’Orso d’oro.
[2] Dal film documentario Searching for Padre Pio, visibile su YouTube al link : https://www.youtube.com/watch?v=Png6Fyufn_8 (link valido al 17.11.2022)