Venezia 79: Ragtag. L’apocalisse del noir
di Alessandro Cappabianca
Bette Davis compare sulla soglia della sua abitazione. Ha l’aria sconvolta, scarica reiterati colpi di pistola contro qualcuno che non vediamo. I colpi risuonano nella notte, svegliano gli indigeni addormentati: è l’inizio di The Letter (Ombre malesi), diretto da William Wyler nel 1940, ed è anche l’inizio della silloge sul film noir che Giuseppe Boccassini ha ideato e prodotto per Ragtag, presentato a Venezia 79 (Classici).
Nella raccolta di Boccassini non c’è niente di disordinato o di casuale. Sono brani tratti da centinaia di film noir, di produzione in prevalenza hollywoodiana, ma non solo. Perché allora Ragtag? IL NOIR si presta forse in particolare alla ripetizione, fino al limite dell’iper-noir o del super-noir? Sì, per Boccassini. Il montaggio é sempre soprattutto smontaggio. Le sagome nere dei corpi, colte all’apice degli eventi, non solo si prestano alla reiterazione, ma ne vengono potenziate. Le strade urbane, notturne, divengono regno della malavita o delle dark ladies. Assassini. Poliziotti. Corruttori e corrotti. Ovunque campeggiano gli orologi, non tanto a misurare il tempo, quanto a segnare l’ora del destino o della morte. Una telefonata può essere fatale. Imperversa la malavita organizzata, ricca di mezzi molto più della polizia, ma spesso si tratta delle imprese di pochi disperati, che sperano, invano, di cambiare la loro vita con un ultimo grande colpo. Troppo grande, per non portare già in sé il segno del fallimento.
Da questo punto di vista, esemplare l’ultimo brano della raccolta. Notte, al limite di un’alba livida. Una pozzanghera lurida. Cartacce che volano. Boccassini chiude con l’inizio di Odds Against Tomorrow (Strategia di una rapina, di Robert Wise, 1959). Robert Ryan, da vero razzista, non si fida di Belafonte, malgrado le rassicurazioni di Ed Begley, e mal gliene incoglie. Per mancanza di fiducia, il colpo fallisce. La morte coglie Ryan e Begley, ma anche Belafonte, in un’apocalisse di fuoco – ma a noi, nella nostra memoria, Boccassini fa in modo che resti solo l’immagine di una pozzanghera nera.