ORE 15:17 – ATTACCO AL TRENO di Clint Eastwood
L’elogio della leggenda e la storia
di Edoardo Bruno
Eastwood racconta la storia dell’attacco al treno Amsterdam-Parigi, invertendo il senso del tempo, ripartendo dagli anni in cui il protagonista era ancora un bambino con il suo amico di colore, e la tragedia era ancora nell’aria, come destino. Il racconto a ritroso non ferma il tempo, i ragazzi crescono, diventano uomini e il sapore dell’aria diventa ansioso, come se un alito di imprevisto riempisse la storia, ‘Come se’ il vento dovesse travolgere un’adolescenza cresciuta senza armi, vere o finte, solo con esercizi ginnici, anche violenti.
Eastwood punta sulla forza della favola, guarda con lo sguardo cinematografico, e il récit più che sulle parole si immerge nel filmico. ‘Racconta’ il paesaggio, la montagna, il cammino e lo ‘sguardo’ avventuroso dei suoi protagonisti come se ‘quel’ qualcosa dovesse accadere da un momento all’altro. E toglie il respiro, riempiendo le annotazioni di attese. Il viaggio organizzato in Europa, è il premio di un anno trascorso all’Accademia militare. Il treno, anche se di tanto in tanto, si increspa come in una premonizione, corre via più veloce del tempo. Roma e Venezia sono sogno e realtà, dello sguardo visionario di un Colosseo senza tempo e di una Venezia, vista dall’alto; sogno ed eccezione di tre ragazzi in gita in un mondo reso uguale nei servizi, nei treni. Ma sconvolto nella ferocia di un centinaio di proiettili inesplosi data la prontezza dei due ragazzi, nervi e braccia contro spari e coltelli, nel bagno di sangue di una arteria tagliata. Attimi che sembrano ore, il tempo riprende la sua inerzia, il treno sembra non arrivare mai nella stazione, dove attendono le forze di polizia e le ambulanze, i tre ragazzi hanno evitato la tragedia, sono diventasti gli eroi del giorno. Eastwood si ritira dalla storia, lascia al presidente francese l’elogio e la retorica; e ritrova l’epica western, l’elogio della leggenda e la storia, in un abbraccio ideale a John Ford.