Minnelli e l’architettura del tempo
“Tutto dunque diventa in Meet me in St. Louis segno di un cinema da inventare, segno-oltre di un’invenzione che in Minnelli sarà lunga, contraddittoria, ma profonda, ma tenace e testarda, quanto i passi – apparentemente facili e poco costosi – della sua storia di cineasta sempre sul filo di una nuova, inesausta tensione inventiva”. Ancora un esempio di come Giuseppe Turroni, riuscisse in poche righe a scrivere di un film, di un regista e dei complicati rapporti di produzione a Hollywood, senza perdere mai di vista, con un’attenzione costante al segno, la realtà del sogno e del cinema. (in Filmcritica n° 263, aprile 1976)