JEAN RENOIR FOREVER
da Filmcritica 291, gennaio 1979.
Un breve, intenso editoriale di Edoardo Bruno che racconta in poche righe la posizione singolare di Renoir, come cineasta e come uomo. Qualcuno che credeva profondamente che : ” quel che è terribile su questa terra è che tutti hanno la loro ragione”, e che, come il suo amico Roberto Rossellini “identificava lo sguardo con il punto di vista e il punto di vista con l’invenzione creativa dello spettatore”. Muovendosi tra Maupassant e Marcel Aymé, raccontando i suoi personaggi con sarcasmo e dolcezza, indicando tutti i punti di vista, ha saputo rendere tattile e vibrante, nel solco paterno, quel suo impressionismo visivo, “quel raccontare di sé attraverso gli altri” che ha caratterizzato la sua lunga stagione di modernità e classicismo.