Immagini tra le stelle
di Alessandro Cappabianca
Di cosa parliamo quando parliamo di Godard? Parliamo di TUTTO il Cinema. E di cosa parliamo quando parliamo di Cinema? Parliamo di TUTTO. Della vita, della morte, dell’amore, del sesso, della violenza, dell’arte, della musica, della storia, della politica, della pace e della guerra, della poesia e dei romanzi, della bellezza e dell’orrore.
Ci sono i cinque sensi, ci sono le cinque parti del mondo, ci sono cinque dita per ogni mano. L’ importante è imparare a pensare con le mani. Le mani hanno un modo tutto loro di pensare e di vedere, vedono bianco o nero al posto dei colori, ma non nel senso banale secondo cui la vista lavora sul negativo. Rendono bianco latteo (o nero) anche il cielo, ci proiettano in un universo quasi irriconoscibile.
Parliamo a noi stessi con parole d’altri, parliamo d’altri con parole nostre; ma le parole non sono mai del tutto nostre.
Diceva de Maistre: “Il boia è la pietra angolare della società, il garante della punizione per la presunzione umana d’essere liberi”. Quello che dall’inizio bisogna inculcare è il rispetto per l’autorità: più se ne ha paura, meglio è.
Il vecchio gaudente balla, balla come un pazzo, fino all’esaurimento, portando una maschera da giovane che nasconde le rughe. Per Max Ophüls, la maschera è quella della morte, della vecchiaia non accettata: per Godard, è quella dell’accettazione. Quasi serena.
Si accetta la vita, si accetta anche di perderla, se dietro di sé si lascia una filmografia in perenne mutazione, tra fuoco, ceneri e rinascite. L’immagine verrà al tempo della resurrezione. La resurrezione di chi, di cosa? Dell’immagine stessa, si direbbe, resa indipendente dagli eventi che pretende di illustrare.
Con Godard, da arte “popolare” il cinema diventa arte d’elite. Gli spettatori, incazzati, distruggevano le sale che proiettavano i suoi film, come quelli di Carmelo Bene o di Straub-Huillet. Fino a che, grazie a lui (qualcuno direbbe: per colpa sua), il cinema ha potuto fare a meno delle sale: è diventato il regno delle immagini interiori, delle immagini vaganti tra le stelle, dove eternamente tramontano, eternamente rinasceranno.