I narcisi di Shakespeare
Nel n° 42-43 di Filmcritica, novembre-dicembre 1954, appare questo testo di Galvano della Volpe che in due pagine densissime chiama in causa T.S. Eliot, Swinburne, Shakeaspeare, ma anche Michelangelo, e perfino Ariosto, per arrivare a dire che la parola poetica è “parola-oggetto”, e quindi “parola-concetto”, nel senso che “ l’intelletto con le sue distinzioni, è a casa sua nel mondo poetico come nel mondo prossimo di tutti i giorni.” Lontano anni luce dall’estetica “moderna” cioè “romantica decadente”, della Volpe sottolinea come “senza la contemporanea presenza dell’oggetto problematizzato non c’è problema.”Conclude con le parole di Alain: ” …La talpa cammina, come dice Amleto: prodigiosa immagine. E Otello è scavato da talpe, che sono parole” (Préliminaires à l’Esthétique, 1939, pp 17,21,61 ecc) |
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