FIORE di Claudio Giovannesi
di Edoardo Bruno
Un film della giovinezza, della vita sfrontata, della libertà che si rivolge al suo opposto, nell’incoscienza di una vita così come viene, tra due giovani che si ‘sentono’ compatibili sessualmente a distanza, in un carcere, dove sono finiti. Lei un corpo più che una ragazza, un corpo come un cerbiatto, con tutte le sue cose sensuali a perdere, nelle piccole dimensioni dei seni, e nella acerbità dei movimenti flessuosi, piena di candore e di desiderio. Lui riservato e distratto, con un profilo lineare, che sembra un disegno di Jean Cocteau. Eppure l’incontro con l’altro è un incontro voluto da lei senza sottintesi, quasi impossibile per la diversa chiusura del carcere – vedersi senza potersi toccare, protetti dalle inferriate – ma avvertendo un feeling sottile e nello stesso tempo, violento, capace di scatenare fughe e inseguimenti, anche lontani, quasi ad insaputa di lui, ma irresistibili come l’amore senza logica, più forte della ragione.
Il regista Claudio Giovannesi ha saputo ricreare un clima nelle fughe, nei percorsi, nelle lontananze, dando un confine, inteso come destino, alla voglia di libertà, all’amore senza età, all’amore del corpo e dell’avventura.
e.b.