Fairytale di Aleksandr Sokurov
Il Mistero del Male
di Alessandro Cappabianca
Le porte dell’Inferno son porte dolorose, soprattutto perché non si aprono mai completamente. Solo ogni tanto, secondo Sokurov, si apre un piccolo spiraglio, attraverso il quale, da fuori è possibile dare una sbirciata. Non si intravvedono fiamme, non si odono lamenti. Viene il sospetto che per Hitler, Stalin, Mussolini e Churchill, morti in attesa di giudizio, l’Inferno sia questa attesa, sia il soggiorno all’esterno, tra le rovine di un paesaggio che ricorda Roma e, insieme, le carceri piranesiane. Il diavolo è Piranesi, l’Inferno la Roma da lui immaginata.
La condanna, per i mostri della guerra, consiste nel vagare per le mostruosità da essi stessi create, che l’architetto veneto-romano, appunto, si era limitato a profetizzare. Si, Piranesi era un profeta, un profeta dell’amore dell’umanità per la distruzione, in perenne bilico sull’annientamento totale. Le atomiche scoppieranno in seguito.
Prima di tutto, allora, la ricerca dei filmati in tutte le cineteche del mondo, non tanto per sapere ciò che i quattro hanno detto, quanto per scoprire i loro tic segreti, i gesti, gli atteggiamenti inconsciamente ripetuti, e farli assimilare dagli attori, in un prodigio di mimetismo. Sembra davvero che la macchina da presa di Sokurov, in Fairytale. Una fiaba, li abbia filmati, seguendoli nell’aldilà.
Nella noia più totale. Sopportandosi a malapena, facendosi reciproci dispettucci. Ognuno parla la propria lingua: tedesco, russo, italiano, inglese. Churchill si diverte a fare il segno della V a Hitler e a Mussolini. Stalin, eccezionalmente, riceve la visita di Napoleone, o meglio, d’un pazzo che si crede tale, come spesso capita ai pazzi. Gli stringe la mano, in nome del generale Inverno, che una sola lettera rende un po’ diverso da Inferno.
I quattro discutono. Cos’è il vero socialismo? È vero o no che è stato il regime comunista a pervertirlo? Churchill difende il liberalismo. Mussolini critica le divise degli altri, le trova brutte, senza fantasia. Per quanto tempo ancora l’Entità Suprema, ammesso che esista, li lascerà lì a marcire? Non sarà proprio perché le loro divise sono così brutte?
Ogni tanto compaiono altri in attesa. Altri? Altre anime dannate? Certo sarebbe strano, se fossero solo quattro. Dov’è il Mikado? Dov’è Roosevelt? Questo significherebbe, vuole dirci Sokurov, sottovalutare la capacità di moltiplicazione del Male.
Il Male va scritto con la maiuscola, è forse un’entità davvero eterna. Altro che le porte dell’Inferno. Che fa Churchill, tra i dittatori? Lui era un liberale, come Roosevelt – sì, ma era pur sempre un uomo di potere. Mi rendo conto di andare forse oltre le intenzioni del regista, ma credo che il potere, ossia il Male, sia consustanziale alla creazione e alla vita, almeno quanto l’amore. È questo il mistero.