CANNES 2014: QUEEN AND COUNTRY di JOHN BOORMAN
Sono diventato il fiume
Lorenzo Esposito
Queen and Country di John Boorman comincia in acqua e il verde smeraldo intorno, una tenuta dallo strano nome egizio, ma la cui vegetazione e il fiume che l’attraversa sono di nuovo il sogno e il risveglio (non lo dice il giovane sorprendente protagonista, ma è chiaro che siamo dopo Hope and Glory, che non a caso è il vero incipit, come fosse, quella del cinema fatto, l’unica memoria possibile – non lo dice, ma è così: I Dreamt I Woke Up). Un nazista cade ucciso più volte nel fiume, ma è solo il ciak ripetuto di un film che stanno girando dietro la casa avita: il set altrui è l’inizio della giovinezza. Subito altro verde è in arrivo, verde militare, (fra Jerry Lewis e Richard Lester), vita difficile, minacciano di mandare dei giovani in Corea, e allora monta un’insubordinazione spontanea su cui costruire la propria nazione contro la nazione della guerra.
Poi ci sono le ragazze. Le ragazze smaliziate e quelle malinconiche. Il primo amore, la prima gita in campagna. Finestre aperte ovunque, proprio come voleva Renoir. E c’è un volo, un volo e un inabissamento continuo, e un’ironia costante, una gloria del filmare. Quando ci si tuffa si ha paura e ci si gioca tutto, ci si butta in preda a un grande accecamento liquido, la cui lezione l’ha imparata – da Boorman – forse solo James Cameron.
Diventare uomini, questo è il problema. E con il cinema filmare il luogo invisibile in cui questa crescita e questa mutazione avvengono segretamente e di schianto. Le maschere dei superiori rilanciano schegge senza cuore, frammenti ottusi dal sapore zardoziano (e infatti per attraversare lo specchio bisogna sfruttare una falla nel suo potere riflettente).
E non è detto che si è davvero uomini quando alla fine sembra naturale girare la prima sequenza della tua vita, e girarla per gioco, il falso annegamento di una ragazza di cui si è innamorati, e il bagno con lei quando la dispettosa finge di morire per davvero, per un ultimo bacio, mentre la macchina da presa, lasciata sola, continua a filmare. La fine di Queen and Country, l’ultimo film di Boorman, è il racconto della nascita del cinema di (Boorman stesso), un sopravvissuto alle acque in tempesta della storia, un giovane che si è salvato la vita diventando il fiume.