Bertolt Brecht
Sul n° 77 di Filmcritica, giugno-luglio 1958, si trova un testo di Bertolt Brecht nel Lo Spettatore Critico. Il grande autore tedesco scrive, riprendendo in esame alcuni suoi lavori teatrali, come Tamburi nella notte, in cui parla della sua insoddisfazione rispetto al risultato di quest’opera, e di Baal, personaggio che viene descritto come un asociale che vive in una società a sua volta asociale; poi, improvvisamente, Brecht fa un’osservazione semplice e allo stesso tempo sbalorditiva:…Non è possibile uccidere completamente nell’uomo il desiderio della gioia.
Un testo breve, da meditare, per la densità del contenuto, dove si parla di “puro piacere della lotta”, di Rembrandt e di Rimbaud, della voglia di rompere nel teatro tedesco lo stile monumentale e gessoso, tanto caro alla piccola borghesia. Un testo concentrato, anche sulla ricerca di una nuova lingua teatrale.